mercoledì 25 maggio 2016

Diaspora 2.0



Francia, Belgio, Inghilterra, Portogallo, Spagna, Svizzera, Germania, Polonia, Norvegia. No, non sono le squadre tra le favorite ai prossimi Campionati Europei di calcio, ma solo alcune delle nazioni dove attualmente diversi ginosini come noi stanno costruendo il proprio progetto di vita. Parliamo di persone che hanno lasciato la propria terra non solo per motivi di studio, per lavoro o per semplice scelta di vita, ma che hanno dovuto andare via da una terra che li ha sfruttati, bruciati, rinnegati e abbandonati. È ritornato più dirompente che mai quel fenomeno di emigrazione all’estero che molti dei nostri anziani conoscono e che sta portando via interi nuclei familiari o, peggio, padri e madri che lasciano qui i propri figli per andare a ricominciare da un’altra parte, con la volontà di ricongiungerli a sé appena possibile.

È un disastro. Noi che siamo qui a resistere perché innamorati di questo luogo non possiamo permettere che ciò continui ad accadere, rassegnandoci a vedere sprofondare la nostra Ginosa senza fare nulla per cambiare le cose. Quello che è sempre mancato a questa terra è un progetto, un’idea nuova e seria di città alla quale partecipino le nostre migliori menti, quelle che in gergo sportivo costituirebbero la migliore formazione possibile. In tanti, per fortuna, sono ancora qui, ma sono troppi i talenti andati via perché

i loro titoli non venivano richiesti o perché le loro professionalità e abilità non sono state riconosciute e valorizzate. Attualmente ha più senso lavare i piatti in un ristorante di Londra che qui. Sapete perché? Perché chi è lì sa che, mettendocela tutta e senza aspettare troppo, può diventare colui che i piatti li acquista e poi, in seguito, colui che dirige chi deve farlo e poi, ancora, il responsabile dell’intera baracca. Chiunque egli sia. Qui da noi una dinamica del genere, basata sulla meritocrazia e sul valore degli individui, è impensabile. I ginosini nel mondo devono essere coinvolti nella sfida di cambiamento che ci apprestiamo a intraprendere perché devono dirci dove si sta sbagliando e che cosa si può fare per evitare che i giovani perdano ogni speranza e rinuncino ai propri sogni, salvo poi fare poi armi e bagagli e ricominciare tra mille incertezze, lontano da tutto e da tutti.

C’è qualcuno, lì fuori, in grado non dico di assumersi le colpe, ma almeno di occuparsi di questa diaspora che, dopo alcuni anni di tregua, ha ripreso inesorabile la sua marcia? Io sono disposto a farlo e il mio messaggio ai tanti ginosini lontani ma veri, più veri di alcuni che sono qui e si arrogano il diritto di mandare in malora la nostra amata cittadina, è il seguente: sappiate che c’è chi sta lavorando anche per voi! Chi è rimasto in loco, rassegnato o vero eroe chi lo sa, non può accollarsi tutto il peso nel risollevare le sorti della città ed è per questo che, chiunque si ritrovi ad amministrare il Comune, avrà il dovere di richiamare chi si sta specializzando in mille discipline diverse, chi sta imparando le lingue, chi sta ampliando i propri orizzonti perché vive in luoghi dove non ha importanza essere bianchi, neri o gialli, affinché apporti nuova linfa alla comunità.

Sono anni che insisto sulle opportunità legate ai progetti europei, su come sviluppare il processo di raccolta dei rifiuti per utilizzarli come risorsa, sul fatto che la cultura possa creare lavoro e sviluppo e in generale sul potenziale che abbiamo fra le mani e che non riusciamo a sfruttare: pensieri che condivido con voi su questo blog e che spero vi aiutino a capire chi sono e cosa ho in mente di fare. La fortuna ha voluto che incontrassi per la mia strada Cristiano Inglese, col quale è bastato uno sguardo per capire che avevamo la stessa visione di futuro ed è per questo che ho deciso di sostenere la sua corsa a sindaco di questa città. Cari ginosini “fuorisede”, abbiamo quindi bisogno del vostro interesse, delle vostre idee e dei vostri progetti, per restituire Ginosa ai ginosini tutti. Da investitori, da rimpatriati, da turisti, non conta: l’importante è impegnarsi e lavorare tutti insieme per garantire un futuro alla città e alle prossime generazioni, come sto facendo io per le mie figlie.

Aiutateci in questa sfida, in questo grande e meraviglioso progetto di cui dovete necessariamente fare parte.

Io ci credo e sto con Cristiano.

Nessun commento:

Posta un commento