lunedì 11 novembre 2013

Pochi passi verso rifiuti zero

Ciò che può sembrare impossibile, per certi versi irrealizzabile, diventa di una semplicità disarmante se tutti gli attori in gioco svolgono la loro funzione. Alla base di tutto deve essere realizzata una piattaforma di facile applicazione dove i cittadini devono essere messi nelle condizioni di donare il massimo di se stessi per ottenere il massimo dal proprio lavoro e dal proprio impegno. Questa piattaforma, se il fine ultimo è il massimo dell’obiettivo raggiungibile, rifiuti zero appunto, deve essere sviluppata nel più breve tempo possibile, perché non c’è più tempo da perdere; non basta una fotografia a fianco allo scienziato statunitense Paul Connett, per sembrare all’improvviso disposti a trattare con rispetto un tema che il rispetto lo merita a pieno. La raccolta differenziata porta a porta non è sufficiente, anche se per noi, cittadini di Ginosa, rappresenta una novità, dato che negli ultimi 12 anni ce ne siamo dimenticati. Era importante stare sopra il 10%, come dato medio, semplicemente perché, un valore più basso, rappresentava solo un ostacolo per ottenere la bandiera blu. L’altro 90% non interessava a nessuno. Purtroppo serve molto di più.
Servono le isole ecologiche, non quelle inventate all’ultimo momento, che chiudono perché non a norma e perché si sviluppano incendi in autonomia; ci ricordiamo tutti quello che è successo a Ginosa Marina questa estate. Serve un impianto di compostaggio, da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
Occorre realizzare piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva. Servono centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale.
Bisogna introdurre sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti più consapevoli. Serve un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, impedendo che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.
Il dato di fatto è che il Comune di Ginosa è lontano anni luce da tutto ciò, soltanto nel 2013 è partita la raccolta differenziata porta a porta e mancano sette anni per il 2020!

venerdì 29 marzo 2013

Scene di ordinaria follia



Domenica mattina; una miriade di bimbi si accalca nelle piazze di Ginosa, grazie anche alle condizioni climatiche vantaggiose. L’inverno ha ormai ceduto il posto alla tanto attesa primavera. Le famiglie con bambini si riversano per le strade. Una passeggiata, un caffè ed una piacevole conversazione con qualche amico incontrato per caso.




 

Questa situazione di calma, viene ovviamente interrotta dai bambini che alla vista dei giochi, se pur minimi e fatiscenti, presenti in Piazza Nusco, manifestano a gran voce la volontà di approssimarsi al divertimento. Divertimento scandito dal movimento circolare della giostrina, da poco installata nella piazza, che delizia le loro giornate con quel moto circolare che li farebbe rimbalzare via se non fossero controllati e frenati dai loro genitori, perché alla giostra non è applicato nessun sistema di sicurezza.



Sistemi di sicurezza necessari se la giostra è in movimento ed indispensabili per colmare quel gradino di 50 cm che la separa dal suolo che potrebbe rendere la vita difficile anche nei momenti di quiete. A questo si aggiunge la presenza di fili elettrici, attaccati fra di loro nel modo peggiore, all’interno delle cabine, facilmente raggiungibili anche dai bimbi più piccoli. Anche in questo caso manca la minima precauzione che fronteggi la loro curiosità ed incoscienza poichè ignari della pericolosità di quel prolungamento elettrico.



Appare chiaro che le autorizzazioni, da parte dell’ufficio commercio e spettacolo, siano state rilasciate senza il controllo degli standard di sicurezza, probabilmente obbligatori, ed ancora una volta appare chiaro che questa amministrazione abbia bisogno di uno scossone ed un richiamo all’attenzione, dai parte dei cittadini, cosi come è stato già fatto in passato con i giochi, anch’essi fatiscenti, presenti nel parco comunale di Marina di Ginosa, dove le basi di ferro arrugginito venivano fuori in modo preponderante dalla sabbia. In quel caso l’intervento è stato rapido. Mi auguro che anche in questo caso le cose siano sistemate prontamente.
Ma soprattutto mi auguro di non dover ancora una volta evidenziare quell’indifferenza che i nostri figli non meritano.